domenica 6 aprile 2014

Comparazione tra Strigiformi: Tyto alba alba e Tyto alba guttata


Il primo post che pubblicherò sarà dedicato all'ordine che più preferisco, quello degli strigiformi.

La parola strigiforme, dal latino, significa "dalle sembianze di gufo". Strix, in greco, infatti, è il gufo e nella mitologia romana lo strige era un uccello notturno che uccideva e succhiava il sangue delle sue vittime, un uccello dunque di cattivo auspicio. La fama negativa degli strigiformi è sopravvissuta superstiziosamente sino ad oggi, ma ovviamente è del tutto infondata. Questa fama era probabilmente dovuta alle loro abitudini notturne e alla loro particolare disposizione facciale, unica tra tutti i volatili, ossia la caratteristica di avere gli occhi frontali e non laterali. Il loro verso certamente non aiutava a migliorare la già nefasta superstizione.

Nel Medioevo, con il diffondersi del cristianesimo e in particolare del monachesimo, molti religiosi tentarono di combattere queste superstizioni adottando i gufi come simboli da usare in araldica o nelle chiese. Così il gufo divenne simbolo del monaco, capace di vedere nell'oscurità del mondo. Già presso gli antichi greci, la civetta era simbolo di Minerva e quindi di sapienza.

L'ordine degli strigiformi contiene in sè una varietà molto numerosa di uccelli.
Si divide in due grandi famiglie, i tytonidae e gli strigidae. In questo post tratteremo principalmente della prima famiglia.

Tytonidae

Prende il nome dal genere più numeroso al suo interno, quello dei Tyto appunto, volgarmente noti come barbagianni. Vediamo come riconoscerli. Anzitutto è ovvio che l'osservazione di questi rapaci notturni è possibile prevalentemente di notte o alle ore del crepuscolo.

La specie tyto alba è l'unica diffusa in Italia e in gran parte d'Europa.

Nell'immagine vediamo la subspecie Tyto alba alba, diffusa in Europa sudoccidentale (quindi anche in Italia). Il segno distintivo di questa subspecie è il caratteristico petto bianco. Le ali e la nuca sono di color caramello, con piccole macchie bianco-argento. Anche il sottoala è bianco, pertanto è facilmente distinguibile di notte se vediamo un grande volatile chiaro volare sopra le nostre teste. Il disco facciale è a forma di cuore, per convogliare meglio nelle orecchie i rumori provenienti dai roditori e dalle altre prede tipiche di questo rapace. Le orecchie del barbagianni sono asimmetriche, una è posta più in alto dell'altro, per amplificare la capacità auditiva.
Gli occhi sono neri, caratteristica che i barbagianni condividono solo con gli allocchi nell'ordine degli strigiformi (tranne l'allocco di Lapponia).
Le zampe sono color arancio chiaro, ricoperte da piume bianche. Il loro verso è stridulo, a tratti inquietante, ricorda il grido di una persona anziana e per questo in passato dovette suscitare timore in molti uomini.

Nidifica tra marzo e dicembre, facendo spesso due nidiate all'anno, depositando 4 - 12 uova. Nidifica soprattutto in piccoli centri abitanti, nelle zone confinanti ad ampi territori di caccia dove possono trovare e acchiappare topi o altri roditori. Pertanto non è difficile trovare nidi di barbagianni nei tetti dei granai, ad esempio.

Le uova di barbagianni sono di grandezza medio-piccola, di colore molto chiaro e uniforme.




Nell'immagine vediamo la subspecie Tyto alba guttata. A differenza di T. a. alba, essa è diffusa nell'Europa nord-orientale.
Qui un T. a. alba confrontato con un T. a. guttata. Quest'ultimo si distingue per il petto color caramello, con le solite macchioline bianco-argento. Le ali e la nuca sono più scure, d'un color grigio sporco. Il disco facciale è sempre bianco, ma presenta sfumature marroni intorno agli occhi e in prossimità del becco. Il sottoala è sempre bianco.







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