giovedì 11 dicembre 2014

Comparazione tra corvidi: il Corvo imperiale



Il corvo imperiale (nome scientifico: corvus corax) è il più grande dei corvidi europei. Lungo tra i 56 e i 69 cm, la sua apertura alare può raggiungere 1,30 m. Le femmine tendono ad essere leggermente più piccole dei maschi. Il piumaggio è totalmente nero, presentando lo stesso effetto bluastro della taccola se esposto alla luce solare. Anche le zampe, gli occhi e il becco sono di colore nero.

In volo, si distingue per le ali digitate e la coda a forma di cuneo. Il becco è grosso, ricurvo nella parte superiore. Predilige i campi e gli ambienti di montagna alle città. Le dita delle zampe sono quattro, tre rivolte in avanti ed una indietro, come nella maggior parte dei passeriformi (la famiglia a cui appartiene il corvo).

E' difficile da avvistare rispetto ad altri corvidi. Nidifica tra le rocce e nelle foreste, lontani dalla presenza umana. E' un animale molto intelligente, se cresciuto in cattività può essere addomesticabile. E' onnivoro e non disdegna di cacciare vari passeriformi, anche di dimensioni considerevoli come colombe e piccioni.
Nell'immagine a sinistra, uova di corvo imperiale.












https://www.youtube.com/watch?v=u9ReFhhJjZg

Olivier Messiaen - "Le merle noir"




Le merle noir (in italiano Il merlo) è una composizione di musica da camera per flauto traverso e pianoforte del compositore francese Olivier Messiaen. All'autore venne chiesto di comporre un brano per testare abilità dei flautisti che desideravano accedere al conservatorio di Parigi, dove insegnava all'epoca. Si tratta della più breve opera del compositore: dura poco più di cinque minuti.

Messiaen era ornitologo, e più in particolare interessato al canto degli uccelli. Benché non si tratti della prima opera in cui utilizza trascrizioni di canti d'uccelli, il Le Merle noir è la prima ad essere basata integralmente su questo soggetto e prefigura molte opere successive nate dalla stessa ispirazione.

(Fonte: Wikipedia)

Di seguito, il brano dell'opera del compositore ornitologo e il verso del simpatico passeriforme.

https://www.youtube.com/watch?v=IhEHsGrRfyY

https://www.youtube.com/watch?v=oOxpT-wlBXw

« L'uccello, essendo molto più piccolo di noi, con un cuore che batte più rapidamente e delle reazioni nervose assai più rapide, canta a tempi estremamente veloci che sono assolutamente impossibili per i nostri strumenti; dunque sono obbligato a trascriverlo ad un tempo più lento. Per di più, questa rapidità è associata ad una estrema acutezza, essendo un uccello in grado di cantare in registri così alti da essere inaccessibili ai nostri strumenti; perciò trascrivo il canto una, due o anche tre ottave sotto. E non è tutto: per la medesima ragione sono obbligato a sopprimerne quegli intervalli troppo piccoli che i nostri strumenti non potrebbero suonare. Allora rimpiazzo questi intervalli dell'ordine di uno o due commi con dei semitoni, ma rispettando la scala dei valori tra i diversi intervalli, ovvero, se qualche comma corrisponde ad un semitono, allora ad un vero semitono corrisponderà un tono intero o un intervallo di terza; tutto è ingrandito, ma i rapporti restano inalterati, ciò nonostante quello che restituisco è esatto. »

giovedì 15 maggio 2014

Comparazione tra corvidi: la Taccola

In questo post tratteremo una famiglia di uccelli che include esemplari molto simili tra loro, per colore, dimensioni e verso, ma che tuttavia appartengono a specie differenti. Saperli distinguere è pertanto difficile, anche per la loro massiccia presenza nei centri urbani. Stiamo parlando dei corvidae.

La taccola (nome scientifico: Coloeus monedula, le uniche due subspecie diffuse in Europa sono c. m. soemmerringii e c. m. spermologus) è tra i più piccoli corvidi europei.

Il colore nero la rende simile alla maggior parte dei corvidi europei. Talvolta il piumaggio presenta sfumature bluastre sotto la luce del sole, tuttavia si tratta di un mero effetto ottico. Sulle guance, dietro la nuca e nel collo il colore è grigio, o anche grigio chiaro. Anche le zampe e il becco sono di colore nero. Gli occhi sono bianchi con iride nera. E' distinguibile per le piccole dimensioni (32-39 cm di lunghezza).

Il becco è di media dimensione ed appuntito. Animale molto socievole, non raramente si avvicina all'uomo o addirittura socializza con esso. Vola in gruppi consistenti e non è raro vederlo insieme ad altri esemplari (almeno con il suo compagno/la sua compagna) cercare cibo nei parchi cittadini. A volte si unisce a corvi,
per via del colore, o addirittura a storni, quest'ultimi a causa delle dimensioni simili.

E' un animale onnivoro. Nidifica anche in città, in cavità spaziose e con ingresso relativamente stretto, pertanto non è raro che finiscano nelle condutture dei camini e ci rimangano spesso bloccati. Le uova hanno forma ovale e sono lisce, lucide, di colore nero, bruno-oliva o grigio. Il verso della taccola è nasale e acuto, con note simili a iak iak iak.

Di seguito, un simpatico video tratto da YouTube che mostra le capacità sociali di questo piccolo ma intelligente volatile:

https://www.youtube.com/watch?v=AaPLTgg_S84

https://www.youtube.com/watch?v=D-ij3fKCMD0

https://www.youtube.com/watch?v=HHPiNaCTi90

domenica 6 aprile 2014

Comparazione tra Strigiformi: Tyto alba alba e Tyto alba guttata


Il primo post che pubblicherò sarà dedicato all'ordine che più preferisco, quello degli strigiformi.

La parola strigiforme, dal latino, significa "dalle sembianze di gufo". Strix, in greco, infatti, è il gufo e nella mitologia romana lo strige era un uccello notturno che uccideva e succhiava il sangue delle sue vittime, un uccello dunque di cattivo auspicio. La fama negativa degli strigiformi è sopravvissuta superstiziosamente sino ad oggi, ma ovviamente è del tutto infondata. Questa fama era probabilmente dovuta alle loro abitudini notturne e alla loro particolare disposizione facciale, unica tra tutti i volatili, ossia la caratteristica di avere gli occhi frontali e non laterali. Il loro verso certamente non aiutava a migliorare la già nefasta superstizione.

Nel Medioevo, con il diffondersi del cristianesimo e in particolare del monachesimo, molti religiosi tentarono di combattere queste superstizioni adottando i gufi come simboli da usare in araldica o nelle chiese. Così il gufo divenne simbolo del monaco, capace di vedere nell'oscurità del mondo. Già presso gli antichi greci, la civetta era simbolo di Minerva e quindi di sapienza.

L'ordine degli strigiformi contiene in sè una varietà molto numerosa di uccelli.
Si divide in due grandi famiglie, i tytonidae e gli strigidae. In questo post tratteremo principalmente della prima famiglia.

Tytonidae

Prende il nome dal genere più numeroso al suo interno, quello dei Tyto appunto, volgarmente noti come barbagianni. Vediamo come riconoscerli. Anzitutto è ovvio che l'osservazione di questi rapaci notturni è possibile prevalentemente di notte o alle ore del crepuscolo.

La specie tyto alba è l'unica diffusa in Italia e in gran parte d'Europa.

Nell'immagine vediamo la subspecie Tyto alba alba, diffusa in Europa sudoccidentale (quindi anche in Italia). Il segno distintivo di questa subspecie è il caratteristico petto bianco. Le ali e la nuca sono di color caramello, con piccole macchie bianco-argento. Anche il sottoala è bianco, pertanto è facilmente distinguibile di notte se vediamo un grande volatile chiaro volare sopra le nostre teste. Il disco facciale è a forma di cuore, per convogliare meglio nelle orecchie i rumori provenienti dai roditori e dalle altre prede tipiche di questo rapace. Le orecchie del barbagianni sono asimmetriche, una è posta più in alto dell'altro, per amplificare la capacità auditiva.
Gli occhi sono neri, caratteristica che i barbagianni condividono solo con gli allocchi nell'ordine degli strigiformi (tranne l'allocco di Lapponia).
Le zampe sono color arancio chiaro, ricoperte da piume bianche. Il loro verso è stridulo, a tratti inquietante, ricorda il grido di una persona anziana e per questo in passato dovette suscitare timore in molti uomini.

Nidifica tra marzo e dicembre, facendo spesso due nidiate all'anno, depositando 4 - 12 uova. Nidifica soprattutto in piccoli centri abitanti, nelle zone confinanti ad ampi territori di caccia dove possono trovare e acchiappare topi o altri roditori. Pertanto non è difficile trovare nidi di barbagianni nei tetti dei granai, ad esempio.

Le uova di barbagianni sono di grandezza medio-piccola, di colore molto chiaro e uniforme.




Nell'immagine vediamo la subspecie Tyto alba guttata. A differenza di T. a. alba, essa è diffusa nell'Europa nord-orientale.
Qui un T. a. alba confrontato con un T. a. guttata. Quest'ultimo si distingue per il petto color caramello, con le solite macchioline bianco-argento. Le ali e la nuca sono più scure, d'un color grigio sporco. Il disco facciale è sempre bianco, ma presenta sfumature marroni intorno agli occhi e in prossimità del becco. Il sottoala è sempre bianco.